Il diario di Santa Scorese:
un’aspirazione a realizzare un programma
inscritto nel nome
( I )

Dino Tarantino
[Testo pubblicato nella prima edizione del Diario di Santa Scorese - 1997]

Coordinate fondamentali -- Carteggio d'amore -- Maria: madre e modello -- La scelta sofferta
Non "fare", ma "essere" per Gesù -- Discernimento interiore -- L'aspirazione alla santità -- Il martirio

Coordinate fondamentali

Un diario ha di per sé, come dotazione precipua, il segreto linguaggio dell’anima. Un linguaggio che, per una sorta di poliglottismo, trasmette messaggi plurimi e diversificati a chi, violandone l’unitarietà e la coincidenza della emissione-ricezione, vi si accosta per percepire a sua volta, nella concentrazione solitaria del suo animo, il personale sussurro spirituale. Ogni intermediazione, nel caso, è da terzo incomodo.

L’esemplarità del journal intime che abbiamo tra le mani, però, ha convinto alla sua pubblicazione coloro che ne hanno potuto saggiare il suo squisito contenuto e trarne alimento per il proprio beneficio spirituale e, per questo, ne hanno affidato l’edizione allo scrivente. Per pura combinazione costui si trova ad essere stato quello che regalò il quaderno con la copertina nera cartonata su cui Santa iniziò a registrare le intime vibrazioni della sua anima.

Non avrei mai immaginato che quel quaderno mi sarebbe tornato carico delle riflessioni e dei pensieri che riempiono ora le sue pagine. Devo averlo regalato a Santa per il suo onomastico, non ricordo precisamente quando. Ne comprai due o tre a un grande magazzino. Con quella copertina austera, mi ricordavano la mia prima scolarizzazione. Il mio è ancora intonso. Il quaderno di Santa, invece, contiene oggi un lascito prezioso. "A Santa con i più cari auguri. Ad majora!", scrissi sull’antiporta bianca del notes. E lei mi prese in parola!

La prima pagina del diario è inaugurata il 6 agosto 1986, a Muro Lucano. Santa ha compiuto diciotto anni (era nata a Bari il 6 febbraio 1968). Ha conseguito la promozione alla 3a classe del Liceo Classico "Orazio Flacco" di Bari e, dopo un impegnativo anno scolastico, si concede un periodo di vacanze nel paese di cui è originario suo padre, in provincia di Potenza. Ci tornava tutti gli anni d’estate con la famiglia, ospite della zia. Lì ritrovava cugini, amici e conoscenti.

Si esce la sera e non è difficile fare le ore piccole in quelle calde serate ferragostane. Certo è che Santa si ritrova alle ore 1.05 a riflettere su quanto è avvenuto nella giornata appena trascorsa. Ma non è uno scacco che vuole registrare, una frustrazione, uno scompenso psicologico. Quella che avvia sul diario è la storia del suo innamoramento per Cristo: "Sono contenta di stare innamorandomi di Te". Si, è stata maltrattata da un amico, ma Santa riconosce nella sua la sofferenza di Gesù che trasforma il suo dolore in amore.

Colpisce subito la capacità di transfert, di immedesimazione con "Gesù Abbandonato" la cui immagine - con un effetto di dissolvenza - subentra alla vicenda personale. Con essa entra in colloquio trascorrendo in men che non si dica dal tono monologante della scrittura diaristica agli accenti accorati della preghiera.

Sin dal primo appunto, dunque, sono esibite le coordinate e i protagonisti della straordinaria avventura spirituale raccontata in queste pagine. Quello di Santa non è il diario di una giovane, ma la storia di un rapporto. E lo struggente romanzo d’amore per Gesù, della scoperta, consolidamento e perfezionamento di un sentimento d’amore per Cristo che induce in Santa un processo di ascesi e di totale configurazione in Cristo.

Registrazione di un cammino, itinerario spirituale, quotidiana tensione e aspirazione a un Ideale che ha inondato con la sua luce la vita di Santa.

Il Diario di Santa Scorese mostra la sua progressiva irresistibile "ascesi e totale configurazione in Cristo".

Di questo viaggio, che è ricerca e conquista, la giovane studentessa annota i progressi, i passi in avanti, gli sviluppi: "Sto crescendo...", "E' significativo compiere un altro passettino sul cammino che Tu mi hai tracciato".

Il momento della trascrizione diaristica non è quello dell’autocompensazione psicologica nell’introversione solipsistica e nell’appagamento autoconsolatorio. Non è operazione di risarcimento. Non è scrittura di sé. E non è nemmeno scrittura quella di questo diario, ma parola scritta. Lo stile è quello della colloquialità, del discorso che si fa conversazione, dialogo con Dio, preghiera. Quello del diario è il momento della relazione diretta con Dio, del contatto "a tu per tu" con Gesù.

Non scrive tutti i giorni, ma saltuariamente, e alterna lunghi periodi di silenzio a fasi di maggiore frequentazione di questo suo quaderno segreto. Il fatto è significativo della funzione accessoria della scrittura e del carattere secondario dello strumento diaristico. Al quale Santa non affida che brandelli di quell’intenso colloquio - questo sì quotidiano, continuo, permanente - che intreccia con Gesù.

Ad un certo punto lo dice esplicitamente: "Mi sembra quasi stupido stare qui a scrivere perché questo è solo un modo per parlare, ma un foglio di carta non può certo darmi delle risposte" (4 novembre 1986).

Aveva domande da rivolgere e risposte da chiedere, Santa. Che, a sua volta, si vedeva rivolte delle domande che non sempre le risultano chiare ed era in cerca di risposte persuasive da dare al suo interlocutore. Il diario, da questo punto di vista, funziona da lente di chiarificazione, come apparecchio per la messa a fuoco della richiesta di Dio.

E' quindi ricerca, inchiesta, tentativo di interpretare la volontà di Dio, di comprendere il progetto che ha disposto per lei. Questo disegno all’inizio non appare chiaro e Santa lo rileva: "Tu mi chiedi qualcosa che non riesco a capire; però ho fiducia in Te quando dici: "A chi mi ama mi manifesterò" (15 agosto 1986).

Amore, vocazione, santità: sono tre parole chiave di questo diario. Nelle sue fitte pagine, infatti, si sovrappongono ed intersecano tre concomitanti livelli di elaborazione: l’appassionato carteggio d’amore, la sofferta storia di una scelta e il coinvolgente romanzo di una formazione che aspira alla santità.

Carteggio d'amore

Il diario è innanzitutto un romanzo d’amore per Cristo. Non vi è pagina che non attesti questa storia d’amore che lievita e raggiunge vertici che lambiscono la manifestazione mistica. Dichiarazioni d’amore, espressioni d’affetto, accensioni di fervore, manifestazioni di tenerezza, sentimenti tipici della dinamica amorosa sono dispiegate a piene mani.

"Ti voglio bene, Gesù" (17 agosto 1986); "Ho capito quanto Tu mi ami e sai farti sentire vicino" (11 marzo 1987); "Sento proprio di essere amata fino in fondo e di un amore specialissimo" (11 dicembre 1987).

"Ti amo Dio, mio Creatore e mio Signore, che tu sia l’unico mio padrone!!!!" (9 luglio 1988); "Mio Dio quanto sei grande e quanto mi ami!!! Se ti amassi solo un pochino di più come ti farei contento e come sarei contenta! Sì, ti amo mio Signore e non lasciare, se il tuo piano d’amore è questo, che io vada perduta per il mondo, ma che sia per Te" (16 luglio 1988).

"Ho scelto te Signore. Ti ho scelto perché ti amo, perché mi ami" (13 novembre 1988); "Signore, sono davanti a te, alla tua potenza e al tuo immenso amore. Grazie! Grazie perché mi hai amata da sempre e mi hai curata, amata, conservata. Cosa ho fatto per meritarmi tanto? Oggi ancora una volta voglio dirti il mio grazie, voglio dirti il mio sì, voglio dirti che ti amo. Dammi la capacità di amare, di avere un cuore aperto a 360 gradi per essere per te e per il mondo" (30 dicembre 1988); "Grazie per tutto. Grazie perché mi ami!!!" (15 novembre 1989).

"Ti amo Gesù ancora di più oggi che ho compreso la mia povertà e perché sto capendo anche perché mi hai scelta per starti vicino, perché in me si manifestasse la Tua potenza e misericordia! Canto la gioia di averti incontrato, di essere amata, desiderata da te. Il mio cuore canta e sente che deve battere solo per Te, come il cuore di Maria, con il suo stesso cuore. Ti lodo, Padre Buono, perché non sono sola, ma mi hai dato una Madre ed un gran numero di fratelli per cantare insieme il mio grazie. Dio di Misericordia, di Perdono, di Pace e di Gioia Ti amo!!!" (3 agosto 1989).

Anche nei momenti di maggiore smarrimento e di deserto, Santa grida: "Mio Dio, ti amo!" (6 giugno 1988). Che anzi, cerca, riconosce, si identifica in Gesù Abbandonato, lo discerne in chi soffre: "Ho saputo riconoscerti e ti ho amato: Tu in quel momento mi hai amato ancora di più. Come non amarti negli altri?... Tu stai affondando le tue radici in me ed io sono contenta di stare innamorandomi di Te, perché so che il Tuo amore non deve morire, ma vivere e Tu sei il mio Gesù da amare nel dolore, ma sei soprattutto quel mio Dio che è Amore! " (6 agosto 1986).

Persino la sua sofferta vicenda della "chiamata" è vista come un segno ed una prova d’amore: "Grazie perché mi ami, perché tieni a far sentire la tua presenza in me. Sto sperimentando il tuo amore nel dolore e nella gioia... Mi manca l’umiltà e mi chiedo come fai ad amarmi ugualmente, ma la risposta la trovo sempre: Tu sei Amore!!" (10 ottobre 1986).

"Tu non mi lasci sola. Se oggi nonostante le amarezze e il dolore io ero là , era per amare Gesù ed essere amata. Posso dire di aver riconosciuto il volto di G.A. [Gesù abbandonato] e allora voglio amarlo, perché lui è morto in croce per me. La mia sarà una piccolissima parte del suo dolore e abbandono, però per me è grande e voglio offrirla. ...L’amico per eccellenza è Gesù. Io ora il mio dolore lo sto vivendo con Lui e per Lui " (12 ottobre 1986).

"Questo dolore forse è un volto di G.A. e se è così devo amarlo. Questo del resto è un periodo pieno di dolori e ansie e a volte mi sento davvero abbandonata, ma cerco quanto più posso di riconoscere G.A. e di amarlo fino in fondo anche se questo è un po’ difficile " (2 giugno 1987).

Il 15 luglio 1987 ripete con Robert Kennedy: "Dammi l’amore per eccellenza, l’amore della Croce, ma non delle croci eroiche che potrebbero nutrire l’amor proprio, ma di quelle croci volgari, che purtroppo porto con ripugnanza… Allora solamente Tu saprai che Ti amo, anche se non lo saprò io, ma questo mi basta ".

Sapersi amata infonde sicurezza e tranquillità. "Ho sentito fin da stamattina che Tu eri presente in me - confida il 15 agosto 1986 - e allora le paure, le angosce, che ieri avevo, sono sparite e mi sono buttata ad amare. Mi è sembrato semplice amarti nelle altre, ma la scoperta più bella, ciò che Tu mi hai detto oggi è che mi ami ancor di più. Ho fiducia in Te quando dici: "A chi mi ama mi manifesterò". Sono contenta perché continui a manifestarmi attraverso lei la tua tenerezza per me ed io non posso fare altro che dirti che ti adoro e sei il mio Dio Amore!".

Santa Scorese (a sinistra) con la madre Angela e la sorella Rosa Maria. Una famiglia serena, un "buon terreno" che ha permesso a Santa di rispondere
con generosità all'invito pressante di Gesù
per un amore esclusivo e totale...

E il 19 aprile 1988: "Non avevo mai capito quanto l’unione con Dio, se ci si abbandona, possa essere forte! Io sento che qualunque cosa accada ora, sono con Lui e l’Immacolata mi accompagna per mano, anzi mi tiene nel cuore. Mai come ora sto sperimentando la vita solo per Lui, e da sola con Lui. In questo momento e da questo momento cominciamo un viaggio in tre: Gesù, Maria ed io e tutti quelli che ho incontrato ed incontrerò sulla mia strada saranno compagni di viaggio che avranno così l’occasione di conoscere Gesù e Maria. Veramente il Signore mi sta amando con amore di predilezione! Chiedo solo di avere sempre la disponibilità a lasciarmi amare, trasformare da Lui solo e soltanto per amore Suo e dell’Immacolata e sono sicura che solo così potrò cominciare a fare un cammino di santità".

L’amore di Dio la ricolma di ogni bene. Sicché, quando compie vent’anni, gira a Gesù gli auguri che riceve: "È Lui che merita ogni lode per la Sua generosità e perché mi sceglie ogni giorno come uno sposo sceglie la sua sposa (e aspetta che la sposa faccia lo stesso). […] Certo che Dio mi deve amare davvero tanto per darmi tanti doni!!!" (6 febbraio 1988).

L’amore di Dio è per lei esaustivo. Il privilegiato che ne fruisce non manca di nulla. Nota il 13 novembre 1987: "L’uomo si affanna per tante cose, dalle più grandi alle più piccole come il cibo, ma il Padre provvede lo stesso. Noi non ci rendiamo conto di questo amore immenso e disinteressato e siamo convinti che dobbiamo guadagnarci tutto con le nostre forze. Siamo stolti!".

E quando riceve in lettura quella bella lettera d’amore che è il "Cantico dei Cantici", Santa gli rende grazie: "Volevo incontrarti, stare un po’ con Te e non sapevo come mi avresti dato la possibilità ed ecco che mi parli con questo Canto che è per me la dichiarazione del tuo amore!!" (27 maggio 1989). "Di fronte a questo Dio che ti ama così e sa veramente e risponde a tutte le tue necessità come puoi non sciogliere il tuo cuore e amarlo a costo di morire per Lui?" (18 aprile 1988).

La grandezza dell’amore divino le sembra addirittura eccessiva, non meritata. Tanto che il 17 novembre 1987 scrive: "Una cosa ho scoperto: che Dio è veramente l’unico incrollabile punto fermo della vita di ognuno di noi. Sento come ora, nonostante il trambusto che c’è dentro, la sua presenza dona tranquillità e fiducia, fiducia che non sono sola, che Lui mi ama comunque, anche con i miei limiti e sento anche la necessità di risceglierlo ogni giorno come la cosa più importante per me, per la quale vale la pena di lottare, soffrire e morire.

Però, se penso a Dio, misurando quello che fa con il metro umano, mi sembra addirittura che ecceda nell’essere misericordioso e Amore. Forse il Suo amore è troppo infinito. Noi riusciamo solo a sciupare questo dono, con i nostri limiti, con le nostre miserie, con le nostre piccolezze. Comunque sento di dover lodare e ringraziare il Signore per il Suo immenso Amore che nutre per me e per avermi donato la vita insieme ad una infinita libertà. Grazie Padre".

A volte mette in discussione la propria fedeltà, nel timore di non corrispondere adeguatamente al suo smisurato amore: "Non penso di non aver camminato o di non essere stata leale con Te, Gesù, ma ci sono state molte cadute e rialzate, è vero. Sento forte il peso dell’infedeltà, infedeltà che sperimento ogni giorno. Mi sento peggio di Pietro, e quello che mi fa più rabbia è che Tu continui ad amarmi sempre di più, proprio per la mia miseria, ma sono così orgogliosa e presuntuosa che vorrei riuscire a ricambiare! Finalmente ho avuto il coraggio di guardarti in faccia e di vedere che i tuoi occhi sono pieni di amore per me" (4 giugno 1989).

L’unica sua preoccupazione è di non riuscire a ricambiare il dono d’amore, nella reciprocità della donazione: "Chiedo solo di essere forte nell’animo, di amare Dio con tutto il mio cuore, con tutta la mente e con tutte le forze, perché ho sperimentato la grandezza di essere amata e di amare e non voglio perdere l’occasione per vivere in armonia con Lui" (13 aprile 1988); "Quello che vorrei da me stessa è amarti di più e più costantemente perché mi sorprendo molto spesso ad evitarti perché in quel momento mi sei scomodo. [...]

Tu vuoi che mi eserciti ad amare, a perdonare e a testimoniare il tuo amore per noi. Ti chiedo di essermi sempre vicino perché io conto tanto su di Te e veramente ti considero il migliore amico e Tu lo sai!" (24 settembre 1986); "Devo imparare ad abbandonarmi di più a Gesù, ad aver più fiducia in Lui e credere che non mi tradirà mai. Inoltre devo imparare a riconoscere i volti di G.A. [Gesù abbandonato] e amarlo. Se non imparo ad amarlo nei miei dolori come potrei capire i dolori degli altri?" (16 novembre 1986).

Ma l’amore divino è anche misericordia. "Ed io - promette Santa - sono qui per ricominciare, Signore, per essere nuova ogni giorno davanti a te, pronta a perdermi in Te e nei tuoi pensieri e non nei miei. Voglio ricominciare, ma sul serio, per essere nuova ai tuoi occhi, cancellando tutto il mio sudiciume passato! Io ho tutta la buona volontà per ricominciare. Tu ci stai? Ah! So bene che eri lì da due giorni, ma che dico, da sempre ad aspettare che mi guardassi dentro e ti dicessi che sono un vermiciattolo, pronta però a ricominciare. Però, ami davvero tanto la natura e ami una bestiolina come me!! Continua a lavorarmi e chissà che non ottenga ciò che vuoi io diventi!!" (22 giugno 1988)

Talvolta risulta difficile rispondere alle profferte d’amore. "Quanto è difficile amarti!", scrive il 15 maggio 1988. "Signore vorrei, in questo momento, capire cosa stai pensando. Io ti assicuro che non ci capisco più niente tranne che di fronte a questa situazione tragica continuo ad avere il cuore sereno. In questi giorni penso a Maria, a chissà quanto avrà dovuto subire lei per quel Figlio che portava in grembo e che era il Figlio di Dio. In effetti in questi momenti penso che solo chi ama è pronto a soffrire, a sentirsele di tutte e per fortuna ho davanti due modelli eccellenti: Maria e Cristo Crocifisso. Quanto ho penato, sofferto, lottato per dire il mio "Ti amo" con tutto il cuore a Lui".

Questo Dio esigente non le fa mancare momenti di aridità e di deserto. Una freddezza di fronte alla quale, come l’amante abbandonata, Santa protesta: "Fino a qualche tempo fa vivevo un rapporto molto bello con Dio, lo sentivo davvero vicino, il mio Amico per eccellenza, ma adesso non è più così", scrive il 9 luglio 1988. "Ho perso anche quella confidenzialità che avevo con Lui e quando gli parlo sento che tra me e Lui c’è una certa freddezza. Non è giusto tutto questo. Ammetto che ci possano essere o ci debbano essere i momenti di buio per avere poi la luce, ma sento che così il mio rapporto con Dio si sta deteriorando. Non voglio che succeda questo perché Dio è sempre stato importante per me e stavo facendo un cammino per metterlo al primo posto nella mia vita qualunque fosse la mia strada e adesso non voglio affatto rimanere senza di Lui".

Nei momenti di smarrimento, ripete: "Signore, aiutami a capire cosa devo fare, a vivere quello che faccio e che faccia tutto per amore tuo" (16 luglio 1988). In questi momenti Santa chiede al difficile Amico una ulteriore prova di fedeltà, una dimostrazione suppletiva d’amore: "Sii, allora, il mio compagno fedele e se staremo insieme mi farai sentire unita agli altri. Non so cosa ti piaccia di me, ma se mi ami con tutta questa povertà ti chiedo di amarmi ancora di più, di farmi sentire la tua presenza anche quando il mio cuore è arido!" (10 luglio 1989).

Al Dio assente o silente, a questo amato che si nasconde e si sottrae, Santa però non fa mancare mai il segreto anelito del suo cuore, attendendolo con ansia e desiderio di riabbracciarlo. "L’importante è tener duro e andare avanti - dice - anche se a volte l’incontro con Cristo lo possiamo vivere solo come speranza, come desiderio ardente di una presenza che sembra sfuggire alla nostra presa, come nostalgia profonda di un amore che abbiamo intravisto ma senza poterlo possedere, come dolore per avere a volte preferito altri amori. Desiderio, nostalgia, dolore: innamoramento è anche questo".

Pagina successiva

Coordinate fondamentali -- Carteggio d'amore -- Maria: madre e modello -- La scelta sofferta
Non "fare", ma "essere" per Gesù -- Discernimento interiore -- L'aspirazione alla santità -- Il martirio

E-mail: gesunuovo@yahoo.it

Home Page
Santa Scorese

Home Page
"Orizzonti dello Spirito"