Santa Scorese:
la virtù discreta e gioiosa di una giovane
che "ha scelto Dio"

Dino Tarantino

Una "normalità" prodigiosaIl ricordo di insegnanti e compagni
Nei sentieri di DioDiscernimento e carità operosaPersecuzione e martirio

Una "normalità" prodigiosa…

Ora che la vita di Santa è "sotto inchiesta", saranno in molti a non trovarci niente di prodigioso, niente di straordinario, di eccezionale o di stravagante nel suo vissuto quotidiano. Un'infanzia comune in un caseggiato anonimo di un grigio rione popolare di Bari, che di radioso ha solo il nome: il quartiere Libertà. L'avviamento alla vita cristiana esercitato con tanti altri bambini presso la vicina parrocchia SS.Redentore: il catechismo, i primi sacramenti, la vita di parrocchia.

"Non avevo mai capito quanto l'unione con Dio possa essere forte! [...] Sento che sono felice, che il mio cuore è libero e ha spiccato il volo, e come il gabbiano Jonathan, tenterò a volare sempre più in alto..." [Santa Scorese, 19 aprile 1988]

Il dovere scolastico assolto, come da altri ragazzi e giovani, con senso di responsabilità e continuità di applicazione, prima nelle scuole dell'obbligo, poi nel liceo classico e all'università. Una spiccata sensibilità e una forte esigenza di amicizia, tipici di tanti altri adolescenti.

Una trasognante propensione a identificarsi nell'aspirazione del giovane Gabbiano Jonathan Livingston a conquistare grandi spazi e nuovi orizzonti (1), un impulso caratteristico degli anni verdi. Una voglia di autenticità e di genuinità vissuta con slancio e gioioso trasporto, com'è proprio dell'intransigenza giovanile.

Tutto ciò ha ben poco del taumaturgico, del monumentale, del colpo spettacolare. La presenza divina nella sua vita non ha il marchio del sensazionalistico, ma i connotati della discrezione. Santa è la dimostrazione vivente "che è possibile realizzare i grandi progetti di Dio senza rinunciare alle gioie della vita e vivendo con pienezza, fino al sacrificio estremo, i più importanti valori dell'esistenza", ha scritto di lei il suo parroco.

Un entusiasmo e una gioia di vivere diffusive, contagiose, che si esplicano nell'aiutare gli altri ad amare la vita e ad apprezzarne i doni. Vivace, la battuta sempre pronta, tempestiva in quella sua peculiare abilità nel cogliere l'aspetto allegro di ogni situazione, non perde occasione per far ridere i suoi occhioni ed esibire il suo sorriso.

Una bambina tutta pepe, Santa lo era da piccola. "La vispa Teresa" diceva la mamma. Sempre indaffarata in quei suoi traffici con le amiche, i lavori di gruppo, le attività dell'oratorio, gli impegni scolastici, le iniziative di volontariato, le visite agli anziani. Sempre al telefono, sempre a scrivere a qualcuno, a progettare nuove iniziative, a farsi venire nuove idee. In attesa di incontrare altra gente.

Vive fortemente il sentimento dell'amicizia e si lega agli altri con un affetto totale. A scuola è tra le più brave, ma le piace instaurare rapporti di amicizia con i meno capaci della classe. Disponibile e altruista, spesso invita a casa un compagno che incontra qualche difficoltà, per studiare insieme.

La sua giornata inizia nel segno dell'amicizia: Maria, la sua amica e compagna di banco, passa da casa sua per andare insieme a scuola. Ogni mattina fanno tappa alla chiesa della Madonna del Rosario, ma poi, fino alla scuola media "Pascoli", riempiono il lungo tratto di via Crispi di confidenze, di discussioni, di canzoni.

Le piace cantare, soprattutto le canzoni dei cantautori: Renato Zero, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Enrico Ruggeri, Claudio Baglioni... Si serve dei loro testi per sostenere i suoi argomenti quando si discute in classe.

Santa nel ricordo di insegnanti e compagni di scuola

La sua insegnante di scuola media ricorda: "Santa è lì, nell'aula della terza B, seduta accanto a Maria nel banco sotto la finestra. Mi guarda piena di curiosità, pronta ad ascoltare, ad intervenire per chiarire, per saperne di più.

'Ma perché…', 'Non è giusto…': sono le sue frasi ricorrenti quando si affrontano tematiche sociali. 'Ma tu vuoi cambiare il mondo', l'accusano i compagni che non la pensano come lei. E allora diventa battagliera, alza il tono di voce, per tornare a persuadere con i suoi argomenti di solidarietà, di amore per gli altri. L'indomani porta i documenti del suo mondo, le canzoni; le ha scritte a mano, ha sottolineato le frasi a sostegno e non si arrende".

Allegra e ironica, ma anche volitiva e decisa. Quando si propone qualcosa, la persegue con tenacia e chiarezza di idee insolite per la sua età. È di quelle che si danno un programma e lo percorrono fino in fondo, costi quel che costi. Una di carattere, insomma.

Frequenta ancora la scuola media, quando decide di diventare medico. "Per essere d'aiuto a chi soffre", dice. È la stessa motivazione che, al V ginnasio, la spinge a iscriversi al corso di primo soccorso per i pionieri della Croce Rossa Italiana. Può così occuparsi di una ragazza poliomelitica, di un bambino affetto da distrofia muscolare, di altre persone in stato di bisogno.

Un impasto di dinamismo e di pensosità, di semplicità e di serietà, di determinazione e di spontaneità, di gioia e di impegno, di docilità e di fermezza. Serena, allegra, ma anche autentica, coerente, risoluta. Sa entrare in punta di piedi in ambienti e nuovi contesti, ma si impone per la carica umana e, soprattutto, per la sicurezza delle sue idee e per la determinazione con cui difende le sue scelte.

È aperta al dialogo e quasi lo provoca. Se c'è una qualità che tutti però le riconoscono è il profondo radicamento nelle sue convinzioni religiose e la sua risoluta capacità di difenderle, anche a costo di scontrarsi con gli altri e di trovarsi isolata. In questo rivela una personalità decisa, forte, persino caparbia. Una di quelle che non sono fatte per essere gregarie, ma si ritagliano uno spazio da primattori, un ruolo da protagonisti.

"Nulla di eccezionale, di particolarmente interessante, se non le doti comuni di una ragazza impegnata, assidua, attenta, almeno per quanto riguardava la sua presenza scolastica", ricordano alcuni amici del Liceo-Ginnasio "Orazio Flacco". È soprattutto al Liceo che dimostra di avere una personalità già compiuta. Spesso qui si trova a non condividere discorsi e situazioni, qui si vede contraddetta o contrariata. Ma allora rivela una insospettabile determinazione e la forza di volontà.

I suoi compagni ricordano ancora il primo giorno di scuola del Primo Liceo. C'è grande attesa per una nuova materia: la filosofia. Il suono della campana accompagna l'ingresso in aula del nuovo insegnante, un uomo che "quanto a fascino non è da meno della materia".

Il Liceo Classico "Quinto Orazio Flacco" di Bari, frequentato da Santa Scorese.

Dopo l'appello di rito, la provocazione: diecimila lire per una verità assoluta. Si cimentano in parecchi, ma i tentativi di risposta non reggono alla prova. Alla fine, decisa, interviene Santa: "Per me la verità assoluta è Dio, è Lui l'unica certezza e l'unico ente assoluto". Una affermazione che lascia tutti di sale e spiazza in particolare il professore, impegnato a dimostrare che non esistono verità assolute e che tutto è opinabile.

Determinata, ma anche comprensiva con chi non condivide il suo cammino spirituale. È Santa che, in terza liceo, nel novembre 1986, tramite suo padre poliziotto, si adoperò per far rilasciare un suo compagno di scuola trattenuto in stato di fermo in Questura a seguito di pesanti imputazioni connesse ai fatti di violenza verificatisi durante l'occupazione-autogestione del Liceo Classico "Orazio Flacco" di Bari.

Quel suo compagno di classe, leader del comitato studentesco, agit-prop e ateo confesso, proprio lui è quello che la bersagliava con pesanti provocazioni, che irride al suo modo di essere, di vestire e di parlare controcorrente: in lei nessuna concessione al conformismo giovanilistico, al vezzo delle parolacce, alla moda del momento. Alle sue parole di derisione risponde con il sorriso.

Nei sentieri di Dio…

Una svolta decisiva nella sua vita è costituita dalla sua consacrazione religiosa. Sin dai quindici anni all'impegno di volontariato nella Croce Rossa Italiana comincia ad affiancare l'attività di apostolato. Aderisce alla Milizia dell'Immacolata presso le "Missionarie dell'Immacolata - Padre Kolbe" e si reca spesso al loro istituto di Bari-Palese. Frequenta il Movimento dei Focolari, fa esperienza delle Mariapoli estive e diventa una gen, entra a far parte del complesso musicale Gen 2 "Corriamo insieme".

Va a Roma al Genfest, il raduno degli aderenti al movimento di Chiara Lubich. Ma soprattutto decide di votarsi totalmente a Dio. E, mentre consegue il diploma di maturità classica e si scrive all'università, avvia un percorso di ascesi interiore e di integrale configurazione al Cristo. Si interroga, con scrupolosa ansia di chiarezza, su quale sia il posto scelto da Dio per servirlo; cerca di interpretare esattamente il progetto di Dio su di lei. Un fatto, però, è certo: il suo sì al Signore. È una scelta radicale, esclusiva, "totalitaria".

Sono gli anni in cui affida a un diario personale le intime ambasce del suo sofferto discernimento vocazionale. Sono pagine bellissime per intensità e sublimità di sentimenti. Nella prima pubblicazione di questo straordinario documento spirituale: Vorrei avere le ali di un'aquila (2), ho parlato di tre concomitanti livelli di elaborazione: l'appassionato carteggio d'amore per Gesù e la Madonna, la sofferta storia di una scelta e il coinvolgente romanzo di una formazione che aspira alla santità.

Discernimento e carità operosa

Sono struggenti gli accenti e le espressioni d'amore che sgorgano dalle sue riflessioni, sottese da una fede genuina e incrollabile. Quello scrigno contiene un tesoro di intensa spiritualità e di profonda ricchezza interiore.

Santa cerca di capire il percorso, ma la meta è sicura: "Il Signore vuole che io diventi santa". Un traguardo che le viene ricordato continuamente dal suo nome bello e impegnativo. Sente la responsabilità di quel nome:

Santa Scorese (a sinistra) con un gruppo di amici durante una festa. "Sempre al telefono, a scrivere
a qualcuno, a progettare nuove iniziative,
a farsi venire nuove idee..."

"A volte penso che veramente anche il mio nome è qualcosa che Dio ha voluto dare a me perché contribuisse alla mia santità"; "Sarò molto esigente, ma sento il bisogno di santificarmi" (6/1/1988); "Veramente il signore mi sta amando con amore di predilezione! Chiedo solo di avere sempre la disponibilità a lasciarmi amare, trasformare da Lui solo e soltanto per amore Suo e dell'Immacolata, e sono sicura che solo così potrò cominciare a fare un cammino di santità. Sì, sento il desiderio di farmi santa per vivere la vita unitiva, indivisibile con il mio Signore" (19/4/1988).

E mentre cerca di chiarirsi il piano di Dio su di lei e compie il suo itinerario ascetico, non se ne sta inoperosa. Presta la sua azione nel centro parrocchiale, svolge attività di catechismo, fa parte del consiglio pastorale, si reca a far visita alla casa di riposo, segue una giovane famiglia bisognosa, canta nel coro.

Discreta, delicata, dalla presenza incisiva ma quasi impercettibile. È attiva nella comunità parrocchiale, una delle tante, ma tra le più impegnate. Gioviale, socievole, il sabato sera invita a casa sua i giovani della comunità per trascorrere la serata in fraterna allegria. Comprensiva con tutti, Santa vive la sua vita di apostolato, di studio e di attenzione per gli altri.

"Una ragazza normale, ma nello stesso tempo speciale"; "una persona eccezionale, pur nella sua normalità", continuano a ripetere i suoi amici. Del resto, il 14/12/1989 scriveva a una sua amica:

"Non voglio essere considerata una persona "diversa", ma una che ha fatto una scelta e che si sforza di vivere coerentemente. Pensa un po', c'è chi alla mia età sta cercando ancora di capire cosa fare nella vita e a me il Signore rivela il suo piano giorno per giorno. Che fortuna! Meglio, che grazia!".

Persecuzione e martirio

Sulla sua esperienza del divino e dell'umano sembra schiudersi un cielo sempre più limpido e aperto per i suoi voli d'aquila. Sennonché‚ dal giugno 1988, Santa incontra sulla sua strada un inciampo: imprevedibile, traumatico, fatale. Partecipa alla S.Messa nella cattedrale di Bari, proclama le letture. Un ragazzo l'adocchia, l'aggancia, le fa la proposta. Santa cerca di dissuaderlo da ogni proposito. Ma quella mente malata si dice invaghito di lei e la segue. Da quel giorno non le dà pace.

Le telefona, la perseguita, la provoca, l'aggredisce persino. Il giovane schizofrenico la intercetta in ogni suo spostamento e la minaccia: "Tu sarai mia o di nessuno". Ha giurato di "farla secca". Lettere, telefonate, parole oscene, messaggi registrati. Un incubo, una ossessione continua, per quasi tre anni. Con una incredibile capacità diabolica questo giovane spunta quanto meno te lo aspetti, si fa trovare nei posti e nelle ore più impensabili.

Santa ha paura, è costretta ad essere scortata, è condizionata nei suoi movimenti. Teme per la sua vita. Ha lasciato detto al suo padre spirituale e scritto a una missionaria: "Se dovesse capitarmi qualcosa, ricordati che io ho scelto Dio".

Una prima aggressione, nel febbraio 1989, rende reale e incombente il pericolo. Il "matto" la scaraventa per terra, cerca di usarle violenza. Riesce a divincolarsi e fuggire. Ma non sarà facile smaltire il terrore provato. A nulla servono diffide, denunce, precauzioni.

La sera del 15 marzo 1991 Santa torna da un incontro di catechesi in parrocchia. Gli amici si offrono per accompagnarla. "Non ce n'è bisogno: tanto in auto giungo sotto casa", dice. Lì, invece, al riparo del buio della notte, l'aspetta il suo assassino. Che l'accoltella ripetutamente, a morte.

Le invocazioni di aiuto, le grida, lo strazio dei parenti, la disperata corsa al Policlinico di Bari, "Zio Dino aiutami! Non voglio morire!", "Santa, resisti! Siamo quasi arrivati", "Mario, accelera!", "Santa, raccomandati alla Madonna, ripeti la preghiera di Padre Kolbe", la trepida attesa, lo sgomento del ferale annuncio: tutto si consuma in poche, convulse, drammatiche ore, il 16 marzo. Santa ha 23 anni.

Ci sono aspetti che sfuggono in questa vicenda. Ma se c'è qualcosa che colpisce in questa giovane vissuta accanto a noi, è l'intensità dei sentimenti, il rigore dell'impegno, la consapevolezza di ogni suo atto. Insomma uno spessore umano ed una densità spirituale che, pur nella tragicità degli ultimi eventi, hanno il volto della sobrietà, della leggerezza, della normalità e persino della letizia.

Una presenza latente che invade l'ambiente col suo delicato profumo. L'integrità del suo vissuto, la sua scelta di seguire l'ideale evangelico e di realizzare con coerenza un progetto di vita personale e collettivo, l'autenticità delle sue motivazioni, vanno proposti a giovani cristiani e laici. A chi non vuol fare prodigi, ma vivere come un prodigio.


Note della Redazione
1. Si tratta del libro di Richard Bach: Il gabbiano Jonathan Livingston, che ebbe un grandissimo successo anche in Italia, dove venne pubblicato nel 1977 dall'editore Rizzoli, corredato, come nell'originale inglese pubblicato nel 1970, da suggestive foto di Russell Munson.
2. E' la prima edizione del Diario, pubblicata nel 1977 in proprio dalla famiglia, con il titolo "Vorrei avere le ali di un'aquila", a cura di Dino Tarantino, autore del presente articolo, un volume di 158 pagine contenente una introduzione, ampi stralci del Diario e alcune foto. Successivamente, nel 2000, è uscita l'edizione ufficiale e integrale degli Scritti di Santa Scorese, pubblicata dalla Stilo Editrice per la Diocesi di Bari con il titolo "L'attirerò a me". Comprende una introduzione curata da Giuseppe Micunco, il Diario, le Lettere e gli altri scritti di Santa Scorese. Volume di 277 pagine più un'appendice fotografica.


E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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