Per salvare la vita e l'amore: per amore donare la vita!
Il martirio di Santa Scorese - II

Père Daniel Ange
[publicato in "Spes Nostra", n.3 - 2001 - traduzione dal francese di Egidio Ridolfo s.j.]

Primi di cordata -- Occhi per "far esistere" -- Guidata da un Padre, circondata dai fratelli
Come Maria, offrire il cuore al Signore -- "Assalita dal dubbio, io ti scelgo di nuovo!"
Sempre pronta a scegliere Dio -– L’ora finale –- Grido del sangue per la gloria di Dio

Sempre sul chi-vive, pronta a scegliere Dio!

In questi ultimi tre anni della sua breve esistenza, questa prova interiore va unendosi in Santa Scorese con una Via Crucis esterna, totalmente inattesa. Al combattimento intimo va ad aggiungersi una specie di stato di guerra esterno, che la forza a stare continuamente in guardia, sul chi-vive.

"Ho fatto un patto con Gesù: di continuare
a combattere con Lui. Se non imparo ad amarlo nei miei dolori, come potrei capire
i dolori degli altri?"
[Santa Scorese, 16 novembre 1986]

In effetti, dai primi mesi del 1988, Santa è perseguitata da uno psicopatico. Per tre anni, questi la segue dappertutto, le invia biglietti osceni, le telefona continuamente, minaccia di uccidere i suoi genitori. Una vera ossessione sessuale, come quella che invade troppi giovani di oggi. In breve, costui brucia di una irrefrenabile passione impura. Santa non può più andare in giro da sola, deve essere accompagnata dappertutto, anche per andare all’Università. Così dice la sorella Rosa Maria: "Questo giovane era veramente una strana presenza, era onnipresente. Anche quando uscivamo in macchina per fare degli acquisti, trovavamo regolarmente un suo messaggio nel parabrezza dell’auto".

Carmencita Picaro, missionaria dell’Immacolata, le propone di partire, di continuare a Roma o a Bologna il suo iter vocazionale. Ma Santa, per ragioni che ci è difficile comprendere a fondo, sente che deve restare sul posto e non fuggire il pericolo. E questo fece al prezzo di una incessante vigilanza, con lo stress che si può indovinare. Il 6 febbraio 1989, giorno in cui compiva 21 anni, subì una prima aggressione sessuale, a pochi passa dalla "Casa dell’Immacolata" delle Missionarie a Bari, da dove tornava dopo un ritiro spirituale.

Così scrive nel Diario: "Oggi il matto ha cercato di usarmi violenza. Mi ha prima detto che ero morta, e poi mi ha sbattuto per terra e lui cercava di baciarmi. Che sensazione orribile!! Ho urlato con tutta la voce che avevo, con tutta l’anima, ma nessuno mi ha sentita. Ho invocato Gesù dicendogli che non poteva lasciar fare e ho chiamato Maria. Per fortuna pare che loro mi abbiano ascoltata e così ho cercato di liberarmi di quel pazzo che mi teneva stretta e sono andata dalle missionarie".

Non capisco perché si sia arrivati a tanto, perché, Gesù, tu permetti questo. Ecco, mi sento un po' come Gesù nel Getsemani e vorrei poter trovare la forza di dire come Lui: "Padre allontana da me questo calice, ma sia fatta non la mia ma la tua volontà". Stare nella volontà del Padre. Mi sembra impossibile farlo adesso, ma voglio almeno provarci. Tu sei amore e allora amami!! Spero di dormire anche se prevedo una notte insonne

Traumatizzata, si affida come sempre al suo Signore: "Non capisco perché si sia arrivati a tanto, perché, Gesù, tu permetti questo. Ecco, mi sento un po' come Gesù nel Getsemani e vorrei poter trovare la forza di dire come Lui: "Padre allontana da me questo calice, ma sia fatta non la mia ma la tua volontà".

"Stare nella volontà del Padre. Mi sembra impossibile farlo adesso, ma voglio almeno provarci. Tu sei amore e allora amami!! Come posso continuare la mia vita in questo modo? Sento che le mie forze vengono meno. Però sarei cieca se non mi accorgessi che Tu eri lì. E tu, Maria, Madre, anche tu non mi hai abbandonato un istante. Ti chiedo, con lo spirito a pezzi, di tenermi nel tuo cuore. Non abbandonarmi neppure un istante, perché tu hai preso l’impego di accompagnarmi sempre, fino all’eternità".

All’inizio di marzo 1991, secondo sua sorella, Santa avrebbe ricevuto un altro biglietto, ma questa volta per avvertirla di quel che stava tramando. Santa lo strappò, ma turbata, si recò a riferire il fatto al suo Padre spirituale (1), dicendogli: "Se succede qualcosa, sappia che io scelgo Dio!" Da parte sua il Parroco testimonierà: "Santa si preparava al peggio e quello che mi disse pochi giorni prima dell’aggressione resta inciso nella mia memoria: "Se non c’è modo di fare altrimenti, voglio dire a Dio il mio Sì. Io preferisco morire.""

L’ora finale: quella dell’amore nel suo massimo grado

Ed ecco l’ora suprema. Siamo al 15 marzo 1991. E’ venerdì sera, ed ecco l’ora del cuore trafitto. Santa ritorna dalla parrocchia. Agli amici che le propongono di accompagnarla, risponde che avendo la macchina si sente sicura per rientrare sola. E’ ormai calato il buio. Ed ecco che l’uomo che la perseguitava da tre anni è in agguato vicino al portone della sua abitazione. Con la complicità delle tenebre e del silenzio, spera di essere più persuasivo e di potere infine soddisfare la sua folle passione.

Santa suona al citofono. Risponde il padre, ma non sente la voce di sua figlia. Inquieto, si precipita al balcone, osserva in basso e sorprende la scena atroce. Urlando si precipita giù per le scale e si slancia sull'assassino che continua a colpire sua figlia. Troppo tardi! Santa giace in un mare di sangue. Tredici colpi di coltello hanno trafitto il suo bel corpo verginale.

Viene immediatamente trasportata in ospedale. Sua sorella l’accompagna: "In macchina continuava a perdere sangue. Mi diceva: "Aiutami! Non riesco a respirare!" Le suggerisco di affidarsi alla Madonna. Lei mi guarda, mormora una preghiera all’Immacolata che, ancora bambine, avevamo composto insieme: "Io ti offro tutto il mio essere e tutta la mia vita, tutto quello che possiedo, che amo e tutto ciò che sono, il mio corpo, il mio cuore, la mia anima"".

Qualche ora più tardi, nelle prime ore del mattino del 16 marzo, durante l’intervento d’urgenza in sala operatoria, l’Immacolata viene a prenderla per offrirla per sempre al suo Bambino, quel Gesù a cui Santa si era già totalmente offerta.

Non aveva lei un giorno scritto: "Fino a che punto sono sono pronta a lasciare a tutto, ma veramente tutto per Gesù? Concedimi la forza di morire e di fare vivere te, Gesù". E continuava: "Ti chiedo di concedermi di vederti già sulla croce e attraverso la croce di vedere la resurrezione. Che io sappia, o Maria, essere pronta a donare la mia vita la più intima per Gesù, a soffrire per Lui e con Lui. E a cantare sempre il mio Magnificat, perché il Signore ha fatto in me grandi cose. Io ti chiedo di concedermi la capacità di morire".

Eccola esaudita in pienezza. Così scrive P.Luigi Faccenda: "Oh! La conoscevo Santa! E l’ammiravo quando le sue lettere respiravano la purezza, e pensava di consacrare tutta la sua vita per il bene dei suoi fratelli, irradiando la sua gioia di vivere. La conoscevo, quando desiderava percepire nel mio cuore i palpiti del Cuore di Gesù. Il mio cuore piange di tristezza, ma con la speranza che lei è là nel trono dei Beati. E lei ci chiama tutti".

Come non ricordare quella parola folgorante di un vescovo domenicano, ucciso tre anni dopo in Algeria, a Oran, Pierre Claverie: "La morte non potrà prendermi niente, perché l’amore è già tutto donato".

Anche a Santa Scorese si applicano le parole di Giovanni Paolo II: "Testimone di un'amore in cammino, inno di speranza
per le nuove generazioni, che lo Spirito
richiama alle sorgenti del Vangelo."

Questo grido del sangue proclama la Gloria di Dio

Il 20 agosto 1989 circa mezzo milione di giovani, di quasi tutti i paesi del mondo, sono insieme a Compostela (Spagna) sul "Monte della Gioia". E’ la Terza Giornata Mondiale della Gioventù. Appena arrivato, un giornalista pone di getto una domanda a Giovanni Paolo II: "Come mai è venuto qui?" Risposta immediata del Papa: "Sono venuto a salutare i martiri dell’inizio del Terzo Millennio".

Aveva forse Santa Scorese letto questa frase choc? Il martirio della nostra ardente giovane Santa non è forse profetico per questa "messa in orbita" del Terzo Millennio?

Qualche mese dopo il martirio di Santa Scorese, il 15 agosto 1991, due milioni di giovani – per la prima volta insieme dell’Est e dell’Ovest – sono riuniti a Czestochowa (Polonia). Il Papa lancia d’impeto questa frase a quelli dell’Occidente: "Siate dei lottatori, come quelli che hanno testimoniato la fede nell’Est fino al martirio. Ecco che viene la vostra ora!"

Per concludere, lasciamo la parola al Profeta dei nostri giorni, Giovanni Paolo II, a quanto espresse in occasione della beatificazione di Marcel Callo, Pierina Morosini e Antonina Mesina:

"Marcel, Pierina e Antonina, sono consegnati a voi, giovani, come testimoni di un "amore in cammino", capace di vedere al di là dell’umano, di vedere Dio come se si vedesse l’Invisibile. Vi sono consegnati come un esempio di fede matura, libera da ogni compromesso, come un inno di speranza indirizzata alle nuove generazioni, che lo Spirito continua a richiamare alle sorgenti del Vangelo.

Essi sono oggi posti come annunciatori di gioia, quella di glorificare Cristo anche nel proprio corpo, sono divenuti Parola di vita. Gridano il loro messaggio con la forza silenziosa del martirio e, con il loro giovane sangue, cantano a Cristo, Re e Signore dei martiri, oggi e sempre" (4 ottobre 1987).

Ecco dunque cosa proclama il martirio di Santa Scorese, questa umile e gioiosa giovane italiana, all’inizio di questo nuovo millennio: dopo il secolo più sanguinoso della storia, la vita sgorgherà in uno sfavillio primaverile, perché l’amore sarà purificato dall’Amore.


Nota:
1. Padre Tino Lucariello.

Primi di cordata -- Occhi per "far esistere" -- Guidata da un Padre, circondata dai fratelli
Come Maria, offrire il cuore al Signore -- "Assalita dal dubbio, io ti scelgo di nuovo!"
Sempre pronta a scegliere Dio -– L’ora finale –- Grido del sangue per la gloria di Dio

E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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