Testimonianze su P.Vincenzo Zucca (1913 - 2008)

Il Natale di Padre Vincenzo

Elisabetta Nardi

Francesco d’Assisi, uomo concreto, conosceva bene i bisogni di tutti noi, che per credere, abbiamo bisogno di vedere e di… toccare! Il primo biografo del santo, Tommaso da Celano, racconta che fu così che un giorno, a Greccio, San Francesco ebbe l’illuminazione di chiamare un devoto pastore e di chiedergli di collaborare con lui alla realizzazione del primo presepe vivente per "poter intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui [il Bambino di Betlemme] si è trovato per la mancanza delle cose necessarie ad un neonato".

Era il 1223 e fu da allora che la devozione a Gesù Bambino, in verità già esistente prima di San Francesco, ebbe un grosso impulso e divenne un cardine della spiritualità francescana.

Padre Vincenzo amava e meditava particolarmente il mistero dell'Incarnazione.
[Foto Elisabetta Nardi]

Scrive San Francesco:

"In quel giorno
Dio ha fatto scendere la sua misericordia,
durante la notte si è udito il suo cantico.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore,
esultiamo e rallegriamoci in esso".

Tommaso da Celano narra che per San Francesco il Natale del Bambino Gesù era "al di sopra di tutte le altre solennità" e chiamava "la festa delle feste il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato ad un seno materno".

L’umiltà dell’incarnazione aveva talmente infiammato il cuore di Francesco che egli non smetteva mai di meditare tale mistero. San Francesco trasmise tale devozione ai suoi confratelli, e così ancora ai giorni nostri i figli di seguaci del santo di Assisi si caratterizzano per l’attenzione che hanno per la nascita di Gesù.

Padre Vincenzo Zucca, che tanto teneva a seguire il suo fondatore S. Francesco, riviveva e faceva rivivere nella "sua" Pollenza gli insegnamenti del serafico padre, e particolarmente la sua devozione a Gesù Bambino.

Numerose sono le testimonianze che ricordano un Padre Vincenzo infervorato, più del solito, durante il periodo natalizio:

"Padre Vincenzo e Padre Lino curavano particolarmente la liturgia tutto l’anno, ma il periodo che più li coinvolgeva era il Natale. In questo tempo Padre Lino era addetto alla preparazione di un bel presepe in chiesa, mentre l’impianto delle luci natalizie era "di competenza" di Padre Vincenzo. Insieme preparavano anche i bambini per le recite natalizie, usanza iniziata dall’arrivo di Padre Vincenzo a Pollenza e proseguita fino agli anni 1956/57".

Il suo primo pensiero era preparare i bambini del Trebbio per la recita da fare davanti a Gesù Bambino il giorno di Natale. Recite che scriveva egli stesso in dialetto… maceratese! Un dialetto che egli aveva appreso da adulto, dato che veniva da Arcevia, in provincia di Ancona, che ha un dialetto diverso.

Sceglieva accuratamente le parti da assegnare ad ogni bambino, poi lo faceva provare e riprovare fino… al grande giorno! Nel pomeriggio del 25 dicembre ogni bambino doveva "calarsi" nella sua parte: da angioletto… da pecorella o da pastore. Tutto doveva essere perfetto. E dopo la recita tutti i bambini ricevevano come meritato premio un sacchettino di caramelle.

Una testimone che ogni anno si recava alla messa della Vigilia di Natale, presso il convento di Santa Maria del Trebbio, riferisce quanto segue:

"A Natale Padre Vincenzo era più simpatico che mai. Io e la mia famiglia arrivavamo in anticipo alla Messa per vedere i preparativi, che ci facevano assaporare veramente il clima di attesa della nascita di Gesù. Padre Vincenzo si vestiva con gli abiti da cerimonia, molto prima della funzione; così abbigliato, cominciava a correre di qua e di là per la chiesa per vedere se tutto fosse in ordine: una controllata all’illuminazione, ai fiori, al presepe, poi preparava l’altare. Nessuna imperfezione sfuggiva al suo occhio vigile!

Quando tutto era in ordine, iniziava la solenne funzione, e nel momento della nascita si vedeva Padre Vincenzo scomparire in sacrestia e poco dopo ritornare con in braccio il piccolo Gesù Bambino, veramente bello. Stringendolo affettuosamente tra le braccia, Padre Vincenzo mostrava in viso tutta la gioia di un papà appena uscito dalla sala parto con la sua creatura! Con la sua camminata dondolante, il fraticello sembrava voler cullare il Divin Bambino che portava in processione per tutta la chiesa.

In questo modo curioso, ma con grande devozione, Padre Vincenzo presentava a tutti il divino neonato, poi lo deponeva teneramente nel presepio tra Maria e Giuseppe. Il presepe, seppur composto da bellissimi e antichi pastori in terracotta, non rispettava il criterio di gradualità, per cui si passava dai pastori grandi a quelli piccolissimi, senza che ci fossero quelli di misura intermedia. Questo però non gli faceva difficoltà, e andava fiero del suo presepe!

Le feste natalizie al convento di Santa Maria del Trebbio erano un evento veramente gioioso per i bambini. Padre Vincenzo e Padre Lino organizzavano per loro le recite sulla vita di Gesù, mentre Fra Fernando li invitava a prendere un punch caldo e a giocare a tombola o al gioco dell’oca".

Padre Vincenzo era solito, in questo periodo, mostrare il presepio a tutti coloro che frequentavano la chiesa del convento. Era molto orgoglioso degli antichi pastori in gesso che lo "abitavano", ma l’insieme doveva rispettare l’insegnamento di San Francesco, e di conseguenza niente doveva essere "eccessivo".

Ricorda un’artista che volontariamente prestava il suo aiuto per la realizzazione del presepio:

"Padre Vincenzo considerò anche troppo ricco, sontuoso e imponente un bel castello in legno, da me realizzato per il presepe del convento, che doveva essere invece, a suo dire, un presepe francescano povero e umile. Si convinse a lasciarlo al suo posto solamente quando gli feci notare che il castello era in stile medioevale, quindi dell’epoca di San Francesco e con i colori della pietra rosa tipica della città di Assisi, e che inoltre nel castello avevo inciso sopra un arco lo stemma francescano.

Uno dei Presepi realizzati da Padre Vincenzo

Si lamentò comunque del fatto che le persone alte e grosse vedessero tutto in grande, in effetti avevo realizzato quel presepio tenendo conto delle proporzioni dei bellissimi pastori antichi senza tener conto che per vedere interamente il presepio Padre Vincenzo era costretto a mettersi sulla punta dei piedi…"

Quando Padre Vincenzo era nel convento-infermeria di Grottammare, dove trascorse gli ultimi anni, non perse la sua devozione per il Natale. Chi scrive ricorda che nel 2006 si recò nel periodo natalizio, di mattina, a far visita a Padre Vincenzo, e trovò una badante che si lamentava perché alla notte non riusciva mai a dormire, in quanto c’era in quel periodo ricoverato, nella camera accanto a quella d Padre Vincenzo, un anziano esorcista. La badante riferì: "Qui alla notte non si dorme mai, l’esorcista urla perché vede il demonio dappertutto, Padre Vincenzo tutta la notte canta canzoni a Gesù Bambino!"

Il suo inno preferito era sicuramente: "Tu scendi dalle stelle", di Alfonso Maria de’ Liguori: quante volte Padre Vincenzo, con voce sicura e ben intonata, ha cantato quell’inno illuminandosi in volto, godendo quell’infanzia spirituale di cui godono solo i semplici, i puri, i retti di cuore!

Buon Natale a tutti!


E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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Manrico Marinozzi

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