La devozione alle Anime Purganti di
Padre Vincenzo Zucca o.f.m.

Elisabetta Nardi

La devozione alle Anime Purganti è da qualche anno caduta un po’ in oblio, eppure il bisogno di preghiere, che le anime del purgatorio hanno, è descritto in modo chiaro da tanti grandi santi, uno dei quali è San Roberto Bellarmino che così afferma: "Dopo la morte sono rare le anime che vanno direttamente in Paradiso; la moltitudine delle altre che muoiono in grazia di Dio debbono essere purificate dalle pene acerbissime del Purgatorio".

E le pene devono essere veramente assai gravi, così almeno a giudizio di San Tommaso: "Ogni minima pena del Purgatorio è più grave della massima pena del mondo. Tanto differisce la pena del fuoco del Purgatorio dal nostro fuoco, quanto il nostro fuoco differisce da quello dipinto".

San Nicola da Tolentino poté sperimentare personalmente quanto fossero grandi i tormenti di queste anime. San Nicola aveva, infatti, una particolare venerazione per i defunti che chiedevano l’aiuto delle sue preghiere. Nel periodo in cui il santo risiedeva nel convento di Valmanente, in provincia di Pesaro ebbe un sogno. Un suo confratello, Fra’ Pellegrino da Osimo, gli apparve avvolto dalle fiamme del Purgatorio, scongiurandolo di celebrare la santa Messa in suffragio suo e di tutte le anime che soffrivano con lui. San Nicola accorse prontamente in suo aiuto celebrando per una settimana la Messa dei defunti, al termine del settenario, Fra Pellegrino gli apparve di nuovo per ringraziarlo di essere stato liberato dagli atroci supplizi.

Qualcosa di simile sembra essere capitato anche a Padre Vincenzo Zucca ofm, grande devoto delle anime Purganti. Un testimone narra quanto segue: "Padre Vincenzo era molto devoto delle anime dei defunti, una domenica, recatomi da lui per richiedere una messa per i miei defunti, gli diedi un’offerta maggiore di quanto richiesto. Allora lui in vena di confidenza, mi disse che avrebbe utilizzato quei soldi in eccesso, uniti ad altri che avrebbe ricevuto prossimamente, per celebrare una messa per un defunto, conosciuto da entrambi, che percepiva fosse nel bisogno. Rimasi colpito da quelle parole, ma ancor di più dalla semplicità con cui le diceva".

A tal proposito un’altra testimone riferisce: "Padre Vincenzo raccontava spesso che si sentiva chiamare da un frate molto buono che aveva dimorato nel Convento e che era morto da tempo. Per lui non c’era confine tra questo mondo e l’altro. Soleva dire che le anime non le possiamo vedere, ma che non c’è nessun muro tra noi e loro. Tra l’aldilà e questo mondo non c’è differenza, basta pregare e le anime sante te le senti vicino. Lui del resto pregava sempre per le anime sante del Purgatorio, specie le più abbandonate. Pregava anche quando camminava".

Dipinto di Giovanni Andrea Coppola
(Gallipoli, 1597 – 1659) raffigurante
le Anime del purgatorio

Ed una altro ancora ribadisce lo stesso concetto ricordando l’amicizia che legava Padre Vincenzo alla sua anziana mamma: "Padre Vincenzo aveva una grande amicizia con mia madre. Spesso veniva a farle visita a casa, Via Roma. Oppure si incontravano nella chiesa delle Clarisse alla prima messa che veniva celebrata proprio da Padre Vincenzo. Era un legame molto profondo quello che c’era tra i due che "continuò" anche dopo la morte di mia madre. Padre Vincenzo, infatti, andava sempre a farle visita nella cappellina del cimitero, da lui stesso benedetta".

Padre Vincenzo stimolava sempre la gente di Pollenza a pregare le anime dei defunti, così ricorda una testimone: "Padre Vincenzo incoraggiava sempre a pregare, ripeteva spesso: "C’è da raccomandarsi al Signore per queste cose brutte, la preghiera innanzitutto!" Invitava i suoi fedeli a pregare la Madonna, i santi, gli Angeli Custodi di cui lui era gran devoto e le Anime Purganti.

Curiosamente, quando qualcuno dei suoi fedeli si lamentava che pregava insistentemente i santi e non veniva ascoltato, lui consigliava di rivolgersi alle Anime Purganti perché sosteneva: "Le Anime Purganti hanno più bisogno di preghiere ed ascoltavano di più le persone, mentre i santi sono in Paradiso, sono nella gloria, in contemplazione di Dio, faccia a faccia con Lui…!"

Un altro testimone afferma: "Padre Vincenzo partecipava sempre alle messe dei defunti, che lui invitava a chiamare "anime sante" e a pregare per loro, diceva infatti: "Bisogna chiamare i defunti, anime sante, anche se ancora non godono della visione beatifica di Dio, ma appena si saranno purificate, anche a loro, come ai santi, sarà concessa tale visione!"

Del resto lui era il primo a mettere in pratica, ciò che raccomandava, riferisce a tal proposito un’altra testimone: "Molte volte Padre Vincenzo si era fermato in preghiera al cimitero dopo aver accompagnato i morti e preso dal colloquio con Dio… era rimasto chiuso dentro!"

Il pensiero di Padre Vincenzo era perfettamente in linea con il pensiero della Chiesa, sono molte le testimonianze dei santi che hanno rivelato di aver ottenuto dalle Anime del Purgatorio grossi aiuti nel momento del bisogno, così ci riferisce il Beato Angelo D’Acri: "Le anime dei Purgatorio ti aiutano. La mia vocazione religiosa e sacerdotale è una grazia immensa che attribuisco alla mia quotidiana preghiera per le anime del Purgatorio, che ancora bambino imparai da mia madre".

Lo stesso concetto è riferito da Santa Caterina da Bologna: "Quando voglio ottenere qualche grazia da Dio ricorro alle anime del Purgatorio e sento di essere esaudita per la loro intercessione". E persino da Santa Caterina da Genova: "Non ho mai chiesto grazie alle anime purganti senza essere esaudita, anzi, quelle che non ho potuto ottenere dagli spiriti celesti l'ho ottenuto per intercessione delle anime del Purgatorio".

S. Contardo Ferrini afferma: "Ogni giorno ascolto la S. Messa per le anime sante del Purgatorio: a questa pia consuetudine debbo tante grazie che continuamente ricevo per me e per i miei amici".

Il pensiero di Padre Vincenzo era anche intriso della certezza che le anime del purgatorio pregassero per coloro che le invocavano, così un giorno Padre Vincenzo disse ad una mamma che aveva perso la figlia e che gli chiese delle messe per la defunta: "E’ tua figlia che prega per te!".

Padre Vincenzo che conosceva bene a quali sofferenze andavano incontro le anime del purgatorio, incoraggiava i penitenti ad avvicinarsi al sacramento della confessione, così è riferito da un testimone: "Aveva una devozione per le Anime del Purgatorio e quando era in confessione spesso parlava della grandezza di questo sacramento dicendo che se è effettuato con vero pentimento, permette di evitare le pene del Purgatorio".

Un’altra pia pratica che padre Vincenzo esercitava nei confronti dei defunti era quella di seguire il corteo funebre dalla chiesa al cimitero, così riferisce una testimone: "Abitando lungo via Roma, affacciandomi alla finestra durante il passaggio dei funerali, immancabilmente distinguevo la sua minuta figura. Egli seguiva i funerali anche quando non celebrava il rito funebre. Era sempre presente". Ed ancora un altro testimone: "Padre Vincenzo era incaricato di accompagnare i defunti dalla chiesa del paese al cimitero che distava qualche chilometro. Egli ha sempre svolto questo incarico andando a piedi e con l’immancabile corona del rosario in ogni condizione climatica: sole… pioggia… neve… Quando era necessario aveva con sé un grosso ombrello al braccio.

Una volta, scherzando, gli chiesi quanti morti avesse accompagnato al cimitero, senza pensarci mi rispose che sicuramente il 50% dei morti, presenti nel cimitero di Pollenza avevano ricevuto da lui l’estremo saluto. Possiamo ben immaginare quanto apostolato, quanta strada e… quante preghiere abbia fatto Padre Vincenzo nella sua intensa e lunga vita".

Non mancò, Padre Vincenzo neanche di seguire il funerale del suo vescovo, Mons. Tarciso Carboni, come riporta un testimone: "Era un pomeriggio di novembre del 1995, Padre Vincenzo era ottuagenario. Nei pressi dell’incrocio delle Vaglie, mentre mi dirigevo a Macerata con la macchina, vedo l’inconfondibile sagoma di Padre Vincenzo che cammina lesta lungo il bordo della strada. Sorpreso di vedere quell’anziano frate percorrere a piedi e nel primo pomeriggio la mia stessa strada, mi fermo accanto a lui e gli domando: "Dove sta andando Padre Vincenzo a quest’ora?" E lui pronto e sorridente mi risponde: "Vado a Macerata al funerale del vescovo Carboni". Ed io di rimando: "E quando ci impiega ad arrivare a Macerata?" Lui fa una risatina e mi risponde: "Mi son detto: adesso parto e mi metto nelle mani della Provvidenza!"

E’ noto ai più, quanto Padre Vincenzo invitasse i fedeli a far celebrare messe per i defunti, seguendo in questo il pensiero di San Roberto Bellarmino: "È certo che nulla è più efficace per il suffragio e la liberazione delle anime dal fuoco del Purgatorio dell'offerta a Dio per loro del sacrificio della Messa".

Molti ricordano infatti che Padre Vincenzo conservava un’agendina con tutte le ricorrenze dei defunti di diverse famiglie che abitualmente gli facevano celebrare delle messe. Padre Vincenzo fu fedele alla sua devozione fino a tarda età, come è riportato in una testimonianza: "Durante l’ottavario dei morti, spesso l’anziano Padre Vincenzo alle 19, prima dell’ora della Messa, cadeva addormentato sopra il letto, stanco delle fatiche della giornata iniziata molto presto. Alle 5.00 infatti c’era la prima messa, che iniziava alle 4.30 con la recita del Rosario e lui si alzava molto prima per assolvere ai suoi impegni di preghiera personale e di recita comunitaria delle lodi".


Nota: Per trasmettere testimonianze sulla vita di P. Vincenzo e per eventuali grazie ricevute, si prega di fare riferimento a:
P. Guardiano Santuario SS. Crocifisso 62010 TREIA (MC) Tel. 0733.216848; Fax 0733.218357
ss.crocifisso@email.it

E-mail: gesunuovo@yahoo.it

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