Santa Maria Goretti: Sonia Andreoli |
La ricorrenza dell'anniversario della nascita al Cielo di Maria Goretti (06 luglio 2010) non può passare inosservata, anche volendo considerare l'ultimo episodio di cronaca apparso in questi giorni sui giornali e in TV: una ragazza romena di diciassette anni, per evitare di subire violenza da un suo connazionale, che era entrato nella sua abitazione, sfondandone la porta d'ingresso, ha preferito, per sfuggirgli, lanciarsi dal primo piano della casa.
La ragazza è stata ricoverata in gravi condizioni nell’ospedale di Caserta, ma non è in pericolo di vita, ha riportando però dei danni agli arti inferiori. L'aggressore, di 39 anni, è stato rintracciato dalla polizia ed arrestato con l’accusa di violenza sessuale e tentato omicidio. L’episodio è accaduto a Pozzovetere, che è una piccola località collinare in provincia di Caserta.
Secondo le indagini effettuate dalla polizia, la ragazza già conosceva il temperamento violento dell'uomo che, prima ha bussato, e poi ha forzato la porta per entrare in casa. Inizialmente l’ha spinta sul letto, minacciandola con un coltello alla gola e all’addome. Dopo una breve colluttazione la ragazza è riuscita a divincolarsi e, per sfuggirgli, prima è scappata al piano superiore, e poi è stata costretta a saltare dal balcone.
Sempre in riferimento agli ultimi casi di cui si sono occupati i media, se ne può citare uno simile al precedente: due giovani albanesi sono riuscite a ritrovare la libertà dopo una notte di violenza. La "ribellione" è avvenuta da parte di una ragazza di nome Kela, che, non volendo più sopportare la schiavitù sessuale imposta da suoi connazionali, nel momento in cui il suo sequestratore l'ha liberata dalle corde ed è uscito dalla stanza, ha preferito buttarsi dalla finestra del secondo piano di una palazzina di Rustica (un quartiere di Roma), anziché subire altre atrocità.
Per chi è credente si può definire "Provvidenza" ciò che ha fatto transitare proprio in quel momento lì vicino una volante della polizia, l'evento che da altri è stato definito frutto di "fortuna", grazie al quale la ragazza è potuta correre dagli agenti e raccontare loro l'accaduto: "Io e la mia amica siamo tenute prigioniere in una casa qui vicino. Presto, salvateci".
Kela e la sua amica stavano subendo violenze e soprusi già da nove mesi. Erano arrivate in Italia dopo aver ricevuto la "solita" promessa, da parte di un loro connazionale, di poter ottenere un lavoro pulito. Come purtroppo capita sovente, invece sono state costrette ad una vita sul "marciapiede". In seguito all'assassinio del loro primo "protettore", sempre albanese, le due giovani si erano "messe in proprio", trascorrendo quattro mesi di relativa "tranquillità", se con questo termine ci si vuole riferire solo al fatto di non avere un carnefice "ufficiale", ma tanti sfruttatori "occasionali".
Successivamente è avvenuto il rapimento mentre erano in attesa di nuovi "clienti", opera di due connazionali che avrebbero voluto convincerle a subire ancora violenza in condizioni disumane. Sono state chiuse in un'automobile, minacciate con una pistola, e consapevoli che il peggio stava per ricominciare. Hanno subito violenze indescrivibili ed in cambio neanche i soldi da spedire a casa.
Però il tutto non è bastato a fermare la volontà di liberarsi di Kela che, alla prima occasione, ha preferito buttarsi dal balcone anziché continuare ad essere "schiava" insieme alla sua amica. Come l'altra ragazza diciassettenne (anche se il caso è ben diverso...) anche Kela non ha perso la vita: ha subito delle lesioni all'anca guaribili in una ventina di giorni.
Cosa hanno in comune questi avvenimenti con la piccola "Marietta" (così veniva chiamata familiarmente Maria Goretti), che preferì farsi uccidere piuttosto che perdere la sua illibatezza? Sono storie diverse, soprattutto se consideriamo tutto il contesto in cui sono avvenuti i fatti... Ma la purezza del cuore può essere desiderata da chiunque, anche da chi ha una vita che per alcuni può sembrare "traviata".
Un conto è scegliere deliberatamente di seguire il male, un altro è vedersene costretti, in balia della disperazione... Non sappiamo quale sarebbe stata la decisione di S. Maria Goretti se fosse vissuta fino ad un'età più matura, decidere di sposarsi o consacrarsi totalmente a Dio... Quel che è certo è che qualunque scelta avesse compiuto non sarebbe mai stata lontana dalla Luce del Signore: qualunque sia la propria vocazione l'importante è fare la volontà di Dio, e non può essere volontà Sua farsi schiavizzare da un altro essere umano.
Il messaggio di S. Maria Goretti è ancora attuale non solo per chi per convinzioni proprie o per Fede decide di fare un cammino di purezza, ma anche per chi voglia sentirsi libero interiormente, libero di scegliere come comportarsi nella propria vita, a quali valori dare la priorità... I soldi forse contano più del subire violenze inaudite (ammettendo che si guadagni...)?
Quante ragazze si sono salvate dalla "strada" con l'intervento dell'ormai scomparso Don Benzi, la cui opera prosegue grazie ai volontari dell'Associazione Papa Giovanni XXIII da lui fondata. Queste donne erano costrette a quella terribile vita solo per paura dei loro "protettori" e delle ripercussioni che ci sarebbero potute essere a causa di un loro "uscita". Senza voler entrare nel merito della discussione, si può riflettere solo sulla frase evangelica di Gesù: «Se non vi convertirete e diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli» (Matteo 18,3). Questo discorso è rivolto a tutti, anche a quella che sembra essere la creatura più lontana da Dio.
Il giudizio non spetta a noi, ma solo al Signore... dal canto nostro possiamo solo constatare quanti santi abbiamo avuto nel corso dei secoli che sono stati dei "peccatori" convertiti...
Il caso di Marietta è differente perché già da bambina sembrava aver scelto chiaramente quale voleva fosse la sua strada: la sua semplicità ed innocenza non vuol dire che non avesse una percezione dei pericoli del "lasciarsi andare", ma che, anzi, specie dopo aver ricevuto Gesù Eucaristia, si sentiva impegnata a seguire Cristo sempre e comunque, anche quando doveva per questo rifiutare certe proposte di sue coetanee, come riferiscono i testimoni suoi contemporanei.
Un cammino non sempre facile che la portò a non avere paura neppure di sacrificare la vita, piuttosto che piegarsi alla violenza del peccato, e in particolare, alla persecuzione sfociata in cruento martirio (14 coltellate...), da parte di Alessandro Serenelli, suo carnefice, che lei - memore di quanto Gesù aveva detto nel Vangelo - perdonò fino al punto di volerlo con sé in Paradiso.
Perdonare il proprio carnefice sembra un discorso incomprensibile ed inaccettabile se non si ha il dono della Fede, ma è stato proprio questo dono, e la conseguente forza che le dava l'Eucaristia, a sostenere Marietta ed a consentirle di salire velocemente in Cielo.
Ci sono tanti esempi di ragazze che scelgono di seguire Cristo non fermandosi neanche di fronte alla morte, una delle quali è la serva di Dio Santa Scorese (Bari, 6 febbraio 1968 - 16 marzo 1991) che, perseguitata da un ragazzo che non voleva assolutamente che lei continuasse ad andare in chiesa, scelse di farsi uccidere anziché soggiacere alla sua "strana" richiesta"...
Ormai essere "anticonformisti" potrebbe proprio significare andare contro corrente scegliendo di vivere in castità, offrendosi al Signore, non obbligatoriamente compiendo una scelta di vita claustrale, ma servendo Dio qualunque sia la propria vocazione, non fermandosi dinanzi a nulla, neanche alla possibilità di perdere la vita... Del resto se si ha Fede e si crede che quaggiù siamo solo di passaggio, pellegrini verso la vera meta che è il Cielo, non dovrebbe spaventare lasciare questa dimensione in virtù di godere dell'eterna felicità.
Si tende più di frequente a citare casi "negativi" perché "fanno più notizia", ma, per quanto ci si possa spaventare apprendendo dell'esistenza di esseri umani che per le loro azioni si sono resi peggiori delle belve, deve anche confortarci la presenza di figure sante che, talvolta, vivono nel nascondimento, non facendo "parlare" di sé... Quel che conta è non perdere mai la speranza su di una possibile conversione, un cambiamento che possa ribaltare totalmente la propria esistenza e spingerla a conformarsi a quella purezza a cui si riferisce Gesù nel Vangelo.
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